Diffusione della rivoluzione nell'Europa centrale
Dopo la Francia, le agitazioni raggiungono le città di Vienna, Praga, Budapest, Berlino, Venezia, Milano e Roma. Dal 13 al 15 marzo, una rivolta popolare costringe l'imperatore Ferdinando I d'Asburgo a convocare un'assemblea costituente, obbligando Metternich a dimettersi dal suo incarico.
La Boemia e l'Ungheria si ribellano all'Austria con richieste di libertà e d'indipendenza nazionale.
Il patriota ungherese Lajos Kossuth si pone alla guida del suo paese, sollevandolo in un'agitazione autonomista contro la dominazione austriaca. Oltre alla costituzione di un governo nazionale ungherese, si provvede anche all'abolizione dei rapporti feudali nelle campagne, all'elezione di un Parlamento a suffragio universale e alla formazione di un esercito nazionale.
Il potere imperiale per riuscire a piegare l'insurrezione si serve dell'antica rivalità che divide i magiari dagli slavi del sud: i Croati. Nonostante l'appoggio dei Croati, il governo austriaco riesce a soffocare l'insurrezione ungherese solamente grazie all'intervento della Russia, preoccupata per la persistenza di un focolaio ungherese ai confini del suo impero. Attaccato contemporaneamente dai due eserciti, il neonato Stato magiaro cade, l'11 agosto 1849, nella battaglia di Vilagos.
A Praga si costituisce un governo provvisorio e i patrioti cechi
propongono ampie autonomie per tutte le popolazioni slave
dell'Impero.
Ai primi di giugno, si riunisce a Praga un congresso, cui
partecipano i delegati dei territori Slavi soggetti alla corona
asburgica: sia quelli settentrionali (Boemia, Slovacchia, Galizia e
Rutenia), che quelli meridionali (Croazia e Slovenia). Pochi giorni
dopo l'apertura del congresso scoppiano fra la popolazione dei
tumulti che forniscono all'esercito imperiale l'opportunita' di
intervenire e mettere fine all'agitazione.
Nell'ottobre del '48 scoppia a Vienna una nuova insurrezione che viene immediatamente repressa.
A marzo del '49 sale sul trono imperiale Francesco Giuseppe, nipote dell'imperatore Ferdinando I, che promulga una costituzione moderata, i cui aspetti principali sono la costituzione di un Parlamento, eletto a suffragio ristretto e dotato di poteri molto limitati, e la visione fortemente centralistica dello Stato.
Contemporanei e in una certa misura intrecciati sono gli
avvenimenti che segnano il mondo germanico. A Berlino il re
Federico Guglielmo IV concede alla popolazione la costituzione, che
viene emanata il 5 dicembre del '48.
Mentre il movimento liberale promuove l'unità nazionale, il
preparlamento (Vorparlament) si adopera per le elezioni di
un'assemblea costituente tedesca (Assemblea di Francoforte), eletta
a suffragio universale maschile. All'interno di essa si formano tre
partiti con obiettivi ben distinti, tra questi emerge il partito
piccolo tedescho, che intende creare uno stato federale germanico
guidato dalla Prussia, ma con l'esclusione dell'Austria
asburgica.
Purtroppo questo programma d'azione viene bruscamente ostacolato con il rifiuto, da parte di Federico Guglielmo IV, della corona imperiale: la rinuncia che determina anche lo scioglimento della stessa Assemblea di Francoforte.